La corsa dell’export (+12%) traina la cosmesi italiana
Le esportazioni sostengono il settore della cosmetica che ha continuato a crescere anche l’anno scorso. E le previsioni per il 2017 sono positive. Secondo l’indagine congiunturale di Cosmetica Italia, infatti, nel 2016 il fatturato globale dell’industria del settore ha raggiunto un valore di 10,5 miliardi di euro (preconsuntivo) in aumento del 5% rispetto all’anno precedente, con esportazioni per quasi 4,3 miliardi, in crescita del 12%. E le stime per quest’anno parlano di un ulteriore incremento del 5% per i ricavi e dell’11,5% per l’export. Migliora in misura evidente la bilancia dei pagamenti che tocca i 2,1 miliardi, record assoluto per il comparto.
In aumento, anche se ridotto rispetto all’anno scorso, anche i consumi interni che segnano un +0,5% per un valore di 9,9 miliardi, come spiega il presidente di Cosmetica Italia, Fabio Rossello: «La domanda interna di cosmetici impatta positivamente sui fatturati dell’industria nazionale. Dopo le contrazioni degli ultimi anni tornano a crescere i canali professionali, mentre le vendite dirette proseguono la loro forte ascesa. In calo, invece, il mass market, principale canale di vendita, mentre la farmacia segna negli ultimi mesi una brusca frenata».
Scende infatti dell’1,1% la gdo (con un’ulteriore flessione dello 0,8% prevista per il primo semestre del 2017), che assorbe il 40% dei consumi totali con un valore di 3,8 miliardi. Si dilata, infatti, la forbice venutasi a creare tra le vendite di cosmetici negli iper e supermercati tradizionali, calate di oltre quattro punti percentuali, e quelle negli spazi specializzati, definiti anche “casa-toilette” (o “canale moderno”) che hanno registrato incrementi superiori al 6% anche grazie alle recenti nuove aperture sul territorio.
Reagendo all’onda lunga della crisi congiunturale e alla costante attenzione ai livelli di prezzo, la grande distribuzione, comunque, riesce ancora a soddisfare ampie fasce di consumatori, che riconoscono al canale la capacità di offrire prodotti molto competitivi nei prezzi e inattaccabili dal punto di vista qualitativo. Va sottolineato che sui numeri del canale incide in misura rilevante la distribuzione monomarca.
Si assiste, invece, a una timida ripresa della profumeria – che mantiene il secondo posto nelle vendite di cosmetici in Italia, dopo la grande distribuzione, con una quota del 20% sul totale – confermata dal +0,9% di fine 2016 e dalla previsione di crescita dell’1% per i primi sei mesi di quest’anno.
È invece un mercato piatto quello del canale farmacia, dopo anni di trend positivi, come anticipato da alcuni trimestri di difficoltà, pur mantenendo un valore superiore agli 1,8 miliardi di euro. E il calo dello 0,5% previsto per il 2017 non fa ben sperare.
Acconciatura professionale e centri estetici chiudono invece con un incremento rispettivamente dell’1% (per un valore di oltre 560 milioni) e del 2,1% (230 milioni) grazie a una ripresa delle frequentazioni e, quindi, dei consumi. Mentre le vendite dirette, a domicilio, per corrispondenza ed e-commerce, segnano un balzo del 7,8% (oltre 750 milioni), soprattutto grazie al web. L’interesse dei consumatori verso il mondo del naturale sostiene l’andamento del canale erboristeria (+1,7%, 430 milioni).
«Abbiamo svolto un importante studio sui principali indicatori finanziari del settore cosmetico, individuando classi dimensionali e di mercato omogenee per avere uno spaccato reale dell’industria – commenta Gian Andrea Positano, responsabile del centro studi di Cosmetica Italia –. I vari indici confermano la solidità patrimoniale e strutturale delle imprese cosmetiche».