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Scalfarotto: l'export italiano verso la Cina cresce del 33%
By Milano Finanza / maggio 23, 2017

Scalfarotto: l'export italiano verso la Cina cresce del 33%

Tra Italia e Cina l'anno scorso l'interscambio era di circa 38 miliardi di euro, un numero ancora insufficiente. Le due economie infatti presentano complementarietà e dimensioni tali che è lecito attendersi qualcosa in più. E i primi segnali stanno arrivando.

"L'anno scorso le nostre esportazioni sono salite del 6% mentre le nostre importazioni sono un pochino diminuite", afferma Ivan Scalfarotto, sottosegretario allo Sviluppo Economico. Il saldo quindi sta migliorando e da un dato negativo pari a 17,8 miliardi nel 2015, si passa a -16,2 miliardi. Il trend positivo continua e lo si vede nei primi due mesi di quest'anno con le esportazioni italiane in Cina cresciute del 33,7%, rispetto allo stesso periodo del 2016. Si riduce quindi uno squilibrio importante, e per Pechino cominciamo a essere più partner e meno clienti. Se prima infatti si compravano dalla Cina solo prodotti a basso costo, vendere ai cinesi l'alta tecnologia consente di stabilire un rapporto di parternariato simile a quello che i cinesi hanno con i tedeschi".

"I primi dati del 2017 sono interessanti soprattutto dal punto di vista del trend - continua Scalfarotto - perché noi tradizionalmente siamo stati per la Cina un mercato in qualche modo da invadere con i loro prodotti; oggi con l'economia cinese che aumenta gli investimenti in alta tecnologia, l'Italia può e deve assumere un ruolo diverso". "Peraltro - precisa il sottosegretario al Mise - il fattore demografico conta: è un momento di grande inurbazione, molte persone si spostano dalle campagne alle città, hanno maggiore reddito disponibile e creano una classe media, che in tutto il mondo aspira ad acquistare prodotti italiani". Anche per questo Scalfarotto si attende nei prossimi anni un aumento del volume d'affari e di conseguenza un miglioramento del nostro export verso la Cina in modo da ridurre il disavanzo commerciale.

Il lavoro con la Cina è anche un lavoro di sistema e di continuità di rapporti. Negli ultimi due anni si sono susseguite una serie di visite istituzionali composte da ministri e sottosegretari (solo Scalfarotto è alla sua sesta visita in neanche nove mesi), culminate con quelle del presidente del senato Grasso, della Repubblica Mattarella e ora del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, unico leader G7 presente al Convegno Belt and Road organizzato da Pechino, e che oggi ha incontrato l'omologo Li Keqiang e pranzato (unico tra i leader presenti qui) con il Presidente Xi Jinping. La presenza di Gentiloni è importante anche perché conferma che la strategia cinese Belt and Road, una via della seta moderna con l'obiettivo di costruire infrastrutture e migliorare la connettività dell'Eurasia, per i cinesi senza l'Italia è monca.

Il Business Forum Italia-Cina, sotto la spinta del presidente della parte italiana Marco Tronchetti Provera, e di quello cinese Tian Guoli, è diventato più concreto. "Ci sarà un altro appuntamento entro la fine dell'anno, forse novembre, per tirare le somme di quanto fatto finora", spiega il ceo di Pirelli. La presidenza del Business Forum ha organizzato ieri (per chi legge) il China-Italy Sme Investment and Trade Forum presso il quartier generale di Bank of China a Fuxingmennei Dajie, vicino a Piazza Tiananmen. L'obiettivo quello di sviluppare le relazioni tra le aziende italiane e cinesi attraverso B2B specifici che si sono tenuti nel corso di tutta la giornata.

Le 70 piccole e medie imprese italiane coinvolte (quasi 170 quelle cinesi) operano soprattutto nei settori dell'agroalimentare, dell'abbigliamento, e anche dello sport. La municipalità di Pechino corre spedita verso le Olimpiadi invernali del 2022 ed è stata incaricata dal Comitato organizzatore di preparare le località dove si svolgeranno le gare. Per le competenze progettuali e organizzative i cinesi si sono rivolti a Trentino Sviluppo, che ha firmato ieri un accordo con Beijing Enterprises Group, gigante del settore cui è stato affidata parte del progetto olimpico (previsto un investimento di quattro miliardi di euro). La società trentina darà il suo contributo dal punto di vista del know-how e del coordinamento della filiera. "Saranno coinvolte anche le nostre imprese del settore - precisa Ugo Rossi, presidente della provincia autonoma di Trento - e seguiremo un ragionamento di promozione integrata de nostro territorio: dato che il mercato dello sci in Cina cresce, i cinesi sono interessati a sciare anche in altre località, come le nostre magari, dove si effettua anche la Coppa del Mondo"

(Fonte: Milano Finanza)