Export digitale, in Italia la strada è ancora lunga
Vendere all’estero tramite e-commerce è una possibilità che sempre più imprese italiane prendono in considerazione, anche se i margini di crescita del mercato dell’export digitale nel nostro paese sono ancora grandissimi. E’ la tendenza che emerge dalla ricerca dell’osservatorio Export della School of management del Politecnico di Milano, presentata questa mattina nel capoluogo lombardo al convegno “Export digitale: una sfida, tante opportunità”.
Nel 2016 la crescita dell’export italiano di beni di consumo attraverso i canali digitali ha segnato infatti un +24% rispetto al 2015, per un valore di mercato di 7,5 miliardi di euro. Si tratta però, in termini assoluti, di una quota ancora marginale, di poco inferiore al 6%, rispetto alle esportazioni totali di beni di consumo destinati al cliente finale.
In testa ai prodotti più esportati via e-commerce ci sono quelli del Fashion, che rappresentano il 60% della torta, seguiti dal Food (17%), che però ha registrato il tasso di crescita più alto con un +32%, e da Arredamento e Design (entrambi al 12%).
Tra i canali di distribuzione, il primato spetta ai grandi retailer, che raccolgono il 52% del fatturato dell’Export digitale. Poi i marketplace (34%), canale che è cresciuto di più nel 2016 con un +46%, i siti delle vendite private (8%) e i siti di eCommerce di aziende produttrici (6%).
I prodotti che escono dall’Italia acquistati via e-commerce sono destinati principalmente a clienti in Europa (soprattutto in Germania) e negli Stati Uniti, mentre cresce la presenza in alcuni Paesi dell’Est Europa, tra cui Russia e Polonia. Resta invece marginale l’export verso altri mercati come il Sud America, il Sud-Est Asiatico e la Cina.